Quadri astratti e quadri moderni sono due termini che vengono spesso utilizzati come sinonimi.

Benché strettamente correlati, l’astrattismo è però un’esperienza artistica da inquadrare nella più ampia definizione di arte moderna.

L’astrattismo è una corrente che nasce agli inizi del ventesimo secolo in diverse parti d’Europa, in contemporanea con l’affermarsi dell’irrazionalismo di Sigmund Freud e Nietzsche, e come opposizione alla riproduzione oggettiva del reale, dovuta in parte al diffondersi della fotografia.

L’arte astratta, infatti, è quella che non rappresenta la realtà, ma cerca di esprimere i propri contenuti dei quadri astratti nella libera composizione di linee, forme e colori, senza riferimento al mondo esterno.

L'affermazione dell'arte astratta è una logica tappa del processo evolutivo della filosofia pittorica moderna. Dopo la ottocentesca ribellione nei confronti dell'arte accademica, dopo le sperimentazioni geometriche e prospettiche del Cubismo e l’affermarsi del predominio dell’emozione sull’estetica, i quadri astratti eliminano il soggetto e la sua rappresentazione figurativa riconoscibile, creando un linguaggio artistico rivoluzionario.

Punto di riferimento è il testo di Wilhelm Worringer “Astrazione ed empatia” (1908), dove l'arte viene interpretata in base all'intenzionalità dell'artista.

La forma è il risultato dell'incontro tra uomo e mondo, in un alternarsi di empatia ed astrazione. Il termine “astrattismo” racchiude diverse esperienze non figurative, come lo Spazialismo e l’Informale, ma le due correnti principali sono l’Astrattismo Lirico e quello Geometrico.

Nel primo prevale la funzione espressiva e simbolica del colore e suo massimo esponente è il pittore russo Vassily Kandinsky.

La liricità delle opere di Kandinsky nasce dall’uso poetico del colore che come la musica, arte molto amata dall'artista, produce emozioni e stati d'animo.

Kandinksy Giallo Rosso Blu

Foto 1 Kandinsky - Giallo rosso blu

Contrariamente a quanto afferma Kandinsky, nell’Astrattismo Geometrico la pittura non deve esprimere sentimenti, ma domina l'aspetto geometrico delle forme e l’uso dei colori primari.

Piet Mondrian è il pittore più rappresentativo dell'Astrattismo Geometrico e nel suo lavoro porta alle estreme conseguenze il processo di decomposizione dell'immagine cubista, realizzando quadri astratti in cui gli elementi strutturali si limitano a linee verticali e orizzontali, ai colori primari giallo, rosso e blu, al bianco della tela e al nero della delle linee.

Piet Mondrian

Foto 2 - Piet Mondrian 

Nel sito de I Colori del Caribe potete trovare oltre 1000 modelli di quadri astratti, realizzati rigorosamente a mano da abili pittori selezionati.

 Quadri astratti I Colori del CAribe

Foto 3 - Quadro astratto Bianco e rosso mod. Bramante I Colori del Caribe 

Quando si parla di quadri astratti si entra in un ordine di cose difficili da affrontare senza suscitare curiosità ma anche il sospetto che ciò che viene definito artistico in realtà non lo sia. Ciò dipende dalla lettura che uno spettatore può fare dell'opera, e soprattutto se è disposto ad entrare in una dimensione non immediatamente comprensibile.

Per iniziare con il piede giusto, e tagliar corto sul dilemma arte non arte, occorre immaginare il pittore che di fronte alla tela si pone il quesito più ambito per un artista, e cioè come fare a tradurre la sua sensazione, o idea, senza utilizzare ciò che appartiene alla realtà così come la si vede. Inizierà a riflettere su come tradurre con i colori ciò che avverte dentro, probabilmente ha in mente un tema specifico ma ha la necessità di costruire un linguaggio astratto, completamente scollegato dalle immagini alle quali si ricorre per spiegare quel concetto.

Innanzitutto essendo di fronte ad una tela la prima cosa che penserà è che non c'è bisogno di sottostare alle regole del reale, e quindi il suo mondo di riferimento sarà piatto, non dovrà scimmiottare le tre dimensioni con la prospettiva e quant'altro perché il suo mondo non è collegato a ciò che lo circonda.

In secondo luogo verranno meno anche i riferimenti più razionali dell'orientamento alto basso, poiché nel suo mondo non esiste nemmeno la gravità.

Rimane infine la necessità di riprodurre un linguaggio differente, quello delle righe, dei colori e delle forme che non devono rifarsi a nulla di figurativo. Le varie correnti possono informare uno spettatore su alcuni modi di leggere il quadro ma nulla si può dire se quel particolare linguaggio non lo si conosce. L’organizzazione degli elementi basici corrisponde alla sintassi di quel particolare linguaggio.

Ciò che è certo è che l'arte astratta non può essere letta come l'arte figurativa o rappresentativa del reale.

Un quadro astratto ti invita a comprendere un linguaggio differente

La principale differenza tra un quadro figurativo ed uno astratto sta nella velocità di comprensione che nel primo caso è immediata. Un vaso colmo di frutta lo si riconosce immediatamente, ed il suo significato artistico può essere appreso per similitudine. 

Nel caso di un quadro astratto l'immagine perde di contestualizzazione, altre figure compongono il tema e occorre avere maggiori informazioni per riuscire ad andare oltre la propria sensazione ispirata dalla tela dipinta. Molto spesso si invita lo spettatore a provare ad interpretare ciò che vede. In pratica è come affermare che ognuno ne può trarre le sue personali considerazioni. Siamo certi che si tratti di sensazioni così libere di interpretazione?

Proviamo ora a procedere a tentoni alla ricerca della migliore spiegazione possibile di cosa sia in effetti un quadro astratto.

Come facciamo a definire reale e figurata una cosa? il fatto è che sappiamo di cosa si tratta al primo colpo d'occhio. Riconosciamo una forma. Quel “disegno” è un contorno con delle sfumature e lo collochiamo in un contesto razionale. Se non sapessimo interpretare una forma e non fosse posizionata all'interno di uno spazio definito allora sarebbe non riconoscibile.

In realtà qualcosa rimane. Sono solo poche cose che si possono ricondurre al mondo reale, e sono le forme geometriche, i colori e comunque le linee. Sappiamo cosa sono perché sono ovunque guardiamo.

Apparentemente se potessimo giocare con quei pochi indizi potremmo ricostruire un'immagine ed allora un artista dell'astratto potrebbe spingerci a farlo, a forzare la nostra percezione nel ricollocare forme geometriche e tutto il resto in un mondo nuovo. E' la destrutturazione del reale che se spinta all'eccesso arriva a proporre un significato più basato sull'evocazione di altri sensi, come quello dell'udito ad esempio (vedi Kandinsky), che del senso della vista.

Si parte da segni primordiali e si indaga sulla loro percezione dentro di noi, l’artista dell’astratto, ha poi sapientemente coordinato gli elementi per amplificare una sensazione a discapito di un’altra.

Un quadro astratto non racconta una storia

L'arte figurativa tende a raccontare una storia che sta dietro una qualsiasi immagine della quale si riesce ad immaginare il momento, il prima ed il dopo. E' un concetto naturale che ci viene facile comprendere, un quadro astratto invece non contiene una dimensione temporale e quindi non può narrare. Si gode di una immagine differente formata da linee e colori, qualcosa che non scorre all'istante ma che è fermo nel tempo, avverti una sorta di poetica e di completezza dell'immagine. C'è una forza emotiva propria.

Non si può non percepire una sensazione da un colore, da un arco, oppure da una forma, ed è questo linguaggio basico che alberga in noi, è qualcosa di primordiale, che non si rifà all’esperienza, anzi la rifiuta. Avvertiamo una familiarità misteriosa con quei tratti. Più si riesce a staccarsi dal figurativo più c’è possibilità di essere attratti in un codice di sensazioni e stati d’animo.

E’ un’esperienza al quale non si deve cercare di dare un preciso significato, proprio come avviene ascoltando una sinfonia.

In una casa un quadro astratto si colloca per accostare i colori sintonici con l’arredamento ma si va oltre se si concepiscono i segnali che emana. La raffigurazione della realtà rimane ma riguarda una sfera invisibile e personale.

Si tratta di concetti più esistenziali, in cui ci collochiamo con la nostra sensibilità e in un certo senso rispondono a sensazioni che normalmente non abbiamo modo di ascoltare con attenzione.

Alcune forme d’arte si possono accostare, è il caso della poesia dalla quale cogliamo l’assenza di narrazione, e la focalizzazione di frammenti espansi che provocano emozioni, quelle si riconoscibili.

In conclusione possiamo dire che l’artista che sceglie la forma astratta per comunicare cerca di abbattere tutte le forme naturali riconoscibili, per introdurre un significato fatto di colori e forme che seguono un disegno fatto di sensazioni visive.

Le emozioni vengono quindi lasciate passare attraverso la tela in maniera più concentrata e senza intermediari, per questo motivo è difficile tradurre in parole le sensazioni che un quadro astratto esprime, si tratta di un linguaggio differente e più interiore, che riguarda le emozioni e la stessa idea di vita.  

 Rudy Zoppi

Questo sito utilizza i cookie per migliorare servizi e esperienza dei lettori. Leggi la cookie policy.